Il Consiglio svizzero degli anziani respinge fermamente i tagli alle attuali rendite del secondo pilastro, così come chiede l’iniziativa parlamentare del Consigliere Nazionale Weibel.
Da anni viene costantemente ripetuto che le attuali rendite del 2° pilastro non possono essere decurtate, e nessuno ha mai messo in dubbio questa affermazione. Sia il Tribunale federale sia il Tribunale amministrativo federale hanno nuovamente ribadito questo principio.
Con la prevista modifica della Legge federale sulla previdenza professionale, si vorrebbe dar via libera ai tagli delle rendite attuali nell’ambito del regime sovraobbligatorio.
Agli odierni pensionati, al momento della richiesta della rendita, viene loro assicurato, e senza riserva alcuna, che riceveranno un determinato ammontare pensionistico. Essi pianificano pertanto il loro futuro sulla base di quanto viene detto loro. Tuttavia, a causa di lacune giuridiche costituzionali, non sarebbero ora in grado di opporsi a una riduzione della rendita. I consigli di amministrazione delle casse pensioni sarebbero in grado di proporre dei tagli senza tener conto, in maniera alquanto perversa, del parere dei pensionati in quanto questi ultimi non siedono in questi gremii.
Mantenere le promesse fatte non fa parte solo di un modo di agire corretto e consueto. Una diminuzione di una rendita corrente sarebbe in contrasto con principi giuridici fondamentali. Ciò sarebbe arbitrario, sproporzionato e violerebbe il principio della buonafede (art. 9 della Costituzione federale).
Pure il diritto alla proprietà (art. 26 della Costituzione) verrebbe intaccato.
La certezza del diritto è fondamentale per il buon funzionamento di una collettività ed è una delle prerogative del successo del nostro paese.
Una riduzione di una rendita corrente e assicurata violerebbe la nostra Costituzione. Il cui rispetto, negli ultimi tempi, è vieppiù rimesso in discussione nel nostro Parlamento.